Meno male che zoom c’è, dovremmo dire parafrasando un noto ritornello…
Il collegamento a distanza fra persone residenti lontano ha consentito per due anni (il lungo tempo della pandemia) di mantenere vivi contatti che altrimenti si sarebbero inariditi, e di organizzare incontri e riunioni che altrimenti sarebbero stati annullati.
Ed anche dopo l’emergenza abbiamo scoperto quanto possa essere utile vedersi e parlare a distanza, per evitare trasferimenti, viaggi, costi, disagi.
Bello quindi aver potuto parlare con il club comodamente seduto nel mio studio per illustrare il tema che mi sta particolarmente a cuore, quello dell’utopia legata all’unità d’Italia realizzata dai Borbone, rovesciando la storia.
Una finzione letteraria dettata non da inutile revanscismo neoborbonico, ma dalla necessità di cambiare le carte in tavola consentendo alla fantasia di costruire un’Italia unita ma con un disegno un po’ diverso ed una visione più ampia; valori che avrebbero potuto costruire un paese unito più efficiente.
Ecco per esempio la scelta, valorizzata nel mio libro, di collocare a capo del primo governo nazionale, Massimo D’Azeglio, uno degli uomini politici più seri, equilibrati e preparati del Piemonte: un gesto chiaro e potente di “pacificazione nazionale” dopo una guerra civile (tale è stata oggettivamente la guerra tra Nord e Sud legata alla spedizione dei Mille). Ecco anche la scelta di risolvere la “questione romana” non con una conquista armata, ma con una trattativa che consentisse al Re ed al Papa di delimitare i propri ambiti di competenza nello spirito della collaborazione reciproca. Ecco la decisione di realizzare uno stato federale che (dopo secoli di divisioni) consentisse di costruire uno stato unitario sì, ma mantenendo vive tradizioni e culture che nei secoli erano diventate diverse da una zona all’altra dell’Italia.
Insomma, un insieme di riflessioni che penso possano aver stimolato chi ha partecipato all’incontro e che ringrazio per la loro attenzione e per la vivacità degli interventi seguiti all’esposizione dell’argomento trattato.
Alla prossima… chissà?
Gianluigi De Marchi